Nel 1997 sono stato chiamato a svolgere il ruolo di segretario della Nuova ASCOTI la Associazione Sindacale dei Chirurghi Ortopedici Traumatologi Italiani e l’ho svolto principalmente dal mio studio ortopedico di Torino.
ASSOCIAZIONE SINDACALE DEI CHIRURGHI ORTOPEDICI TRAUMATOLOGI ITALIANI
Allora la associazione contava circa 700 soci un po’ sparsi in giro e senza che se ne conoscesse esattamente il numero ed i nominativi.
In meno di 5 anni di lavoro – con impegno diuturno e continuo – il numero dei soci è stato portato a 3200 con una precisa anagrafe ed un preciso impegno sindacale ed associativo da parte degli ortopedici di tutta Italia.
In quegli anni la voce della Nuova ASCOTI ha anche iniziato a farsi sentire a livello sindacale e politico medico e ha ottenuto voce in capitolo, contatti diretti con il Ministro della Sanità e partecipazione alle trattative per il rinnovo dei contratti.
Si trattava di anni in cui la categoria dei medici dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale – come gli ortopedici – era messa grandemente in discussione e capitava che venissero richieste prestazioni, impegno e dedizione totali.
Questa buona premessa però non veniva accompagnato da nessun riconoscimento né legislativo né amministrativo, si trattava insomma è la stessa situazione che si è verificata adesso in tempo di covid.
Ed allora la nuova ASCOTI ebbe modo di farsi sentire e valere.
Per consolidare questo percorso ho creato e condotto come Direttore responsabile il mensile OPERA (opera è un ablativo e vuol dire: “Con il lavoro”).
Questa pubblicazione mese per mese è stata la voce degli ortopedici; dagli ortopedici; con gli ortopedici e per gli ortopedici; un ottimo percorso a stampa in crescendo.
L’impegno e la dedizione sono stati riconosciuti con la conferma per tre mandati consecutivi.
Oggi la Nuova ASCOTI ha meno di 1.500 ortopedici iscritti.